martedì 25 maggio 2010

domenica 30 maggio Festa della SS. Trinità

Domenica 30 maggio 2010

SANTISSIMA TRINITA' - Solennita del Signore

LETTURA
Lettura del libro della Genesi 18, 1-10a

In quei giorni. Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto». Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

SALMO
Sal 104 (105)

® Il Signore è fedele alla sua parola.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto. ®

È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. ®

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi. ®

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 2-6

Fratelli, voi sapete che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 21-26

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Commento

Nei versetti precedenti, Giovanni ricorda i discorsi di Gesù dell'ultima cena, ove il maestro ha tracciato l'itinerario di una nuova umanità che cammina per incontrare il Padre. C’è la garanzia di un incontro, perché, insieme, i discepoli sono solidali nella fede in Gesù (14,1-14). "Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me" (3). "E del luogo dove io vado, conoscete la via" (4). “Gesù disse: Io sono la via, la verità e la vita" (6).
Nel testo di oggi viene come ripreso il cammino dell'Esodo: un popolo, liberato dal suo Dio, cammina nel deserto e questo Dio garantisce con la sua presenza l'itinerario poiché lo accompagna. Anzi, in questo caso, Dio diventa una cosa sola con la sua comunità e con ogni suo membro.
Questa comunione si costituisce attorno all'obbedienza ai "comandamenti di Gesù". E Gesù continuerà a manifestarsi e quindi a riproporre profondamente i rapporti nuovi nel mondo.
L'altro Giuda pone una domanda a Gesù che è frutto, probabilmente, di delusione perché, nelle parole del maestro, viene esclusa ogni manifestazione di trionfo e di grandezza sul mondo.
Sembra che Gesù non risponda direttamente alla domanda. Eppure Gesù esprime il suo progetto non come ostentazione di potere, ma come dialogo e accoglienza della sua parola: cioè libertà e conversione di cuore.
Ogni cambiamento che Gesù ipotizza parte dall'ascolto di un messaggio nuovo che Lui stesso ha suggerito e vissuto.
Questo aprirà la possibilità di incontro con il Padre, il quale non solo visita, ma anche si ferma insieme con Gesù, in un contesto dove lo Spirito Santo continuerà a sviluppare il messaggio che il Padre ha consegnato a Gesù e Gesù ai suoi.
E Gesù, d’altra parte, rivendica il contenuto del suo messaggio come parola del Padre.
E’ perciò una particolare riflessione che Gesù dedica ai discepoli: “La parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato”. Il che significa che Gesù ha recuperato quel messaggio che le autorità religiose non hanno conservato, messaggio ricevuto nell'Antico Testamento come amore ad ogni uomo, come la difesa dell'oppresso, come liberazione dello schiavo.
Bisogna stare molto attenti a non spiritualizzare troppo il messaggio di Gesù che, da una parte, propone un cammino di amore, di nonviolenza, ma dall'altra si preoccupa della libertà, della dignità, della grandezza di ogni uomo e di ogni donna perché figli di Dio.
Gesù riconosce che la comprensione del suo messaggio, l'interiorizzazione nello Spirito, la conversione di cuore rispetto alle attese messianiche che, tutto sommato, anche negli apostoli corrispondevano a quelle dei Giudei, hanno bisogno di chiarezza, di revisioni, di ricerca nuova. Perciò è provvidenziale questa garanzia dello Spirito, “che il Padre manderà nel il mio nome ".
I due elementi fondamentali, interscambiabili ma fortemente essenziali l'uno all'altro, sono: "insegnare e ricordare tutto ciò che io vi ho esposto".
Il solo “insegnare” potrebbe non avere dei riferimenti e quindi potrebbe distorcere la comprensione, nella storia, di ciò che Gesù, attraverso il suo Spirito, vuole comunicare.
“Ricordare” supporre che ci riferiamo continuamente alla parola e alle scelte di Gesù che fanno da paradigma alle situazioni diverse che i credenti e la loro comunità dovranno affrontare lungo la storia.
"Insegnare ricordando" obbliga ad una fedeltà che si rigenera continuamente nel presente.
"Ricordare insegnando" supera il romanticismo o la poesia di tempi andati e irrecuperabili per accettare, nel presente, la responsabilità di riproporre la presenza sapienziale di Gesù e il mondo continuamente nuovo del Dio Trinitario che abita tra noi e in noi.