mercoledì 17 febbraio 2010

vangelo e commento I domenica di quaresima

Domenica 21 febbraio 2010 - I di Quaresima

Letture Rito Ambrosiano

Lettura del profeta Gioele 2, 12b-18

Così dice il Signore Dio: / «Ritornate a me con tutto il cuore, / con digiuni, con pianti e lamenti. / Laceratevi il cuore e non le vesti, / ritornate al Signore, vostro Dio, / perché egli è misericordioso e pietoso, / lento all’ira, di grande amore, / pronto a ravvedersi riguardo al male». / Chi sa che non cambi e si ravveda / e lasci dietro a sé una benedizione? / Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. / Suonate il corno in Sion, / proclamate un solenne digiuno, / convocate una riunione sacra. / Radunate il popolo, / indite un’assemblea solenne, / chiamate i vecchi, / riunite i fanciulli, i bambini lattanti; / esca lo sposo dalla sua camera / e la sposa dal suo tàlamo. / Tra il vestibolo e l’altare piangano / i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: / «Perdona, Signore, al tuo popolo / e non esporre la tua eredità al ludibrio / e alla derisione delle genti». / Perché si dovrebbe dire fra i popoli: / «Dov’è il loro Dio?». / Il Signore si mostra geloso per la sua terra / e si muove a compassione del suo popolo.

SALMO
Sal 50

® Rendimi puro, Signore, dal mio peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. ®

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. ®

Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe. ®

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 9, 24-27

Fratelli, non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato!

Lettura del Vangelo secondo Matteo 4, 1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: / “Non di solo pane vivrà l’uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: / “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo / ed essi ti porteranno sulle loro mani / perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: / “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: / “Il Signore, Dio tuo, adorerai: / a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Commento

Il demonio, il satanismo e altri fenomeni connessi sono oggi di grande attualità, e inquietano non poco la nostra società. Il nostro mondo tecnologico e industrializzato pullula di maghi, stregoni di città, occultismo, spiritismo, dicitori di oroscopi, venditori di fatture, di amuleti, nonché di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato dalla finestra.

Cioè, scacciato dalla fede, è rientrato con la superstizione.

L'episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto che si legge nella prima Domenica di Quaresima ci aiuta a fare un po' di chiarezza su questo tema.

Anzitutto, esiste il demonio?

Cioè, la parola demonio indica davvero una qualche realtà personale, dotata di intelligenza e volontà, o è semplicemente un simbolo, un modo di dire per indicare la somma del male morale del mondo, l'inconscio collettivo, l'alienazione collettiva e via dicendo? Molti, tra gli intellettuali, non credono nel demonio inteso nel primo senso. Però si deve notare che grandi scrittori e pensatori, come Goethe, Dostoevskij hanno preso assai sul serio l'esistenza di satana. Baudelaire, che non era certo uno stinco di santo, ha detto che "la più grande astuzia del demonio è far credere che egli non esiste".

La prova principale dell'esistenza del demonio, nei vangeli, non è nei numerosi episodi di liberazione di ossessi, perché nell'interpretare questi fatti possono aver influito le credenze antiche sull'origine di certe malattie, ma si trova proprio in questo racconto, nel quale Gesù stesso è tentato nel deserto dal demonio. La prova sono anche i tanti santi che hanno lottato nella vita con il principe delle tenebre. Essi non sono dei "Don Chisciotte" che hanno lottato contro mulini a vento. Al contrario, erano uomini molto concreti e dalla psicologia sanissima.

Se tanti trovano assurdo credere nel demonio è perché si basano sui libri, passano la vita nelle biblioteche o a tavolino, mentre al demonio non interessano i libri, ma le persone, specialmente, appunto, i santi. Cosa può saperne su Satana chi non ha mai avuto a che fare con la realtà di satana, ma solo con la sua idea, cioè con le tradizioni culturali, religiose, etnologiche su satana? Costoro trattano di solito questo argomento con grande sicurezza e superiorità, liquidando tutto come "oscurantismo medievale".

Ma è una falsa sicurezza. Come chi si vantasse di non aver alcuna paura del leone, adducendo come prova il fatto che lo ha visto tante volte dipinto o in fotografia è non si è mai spaventato. D'altra parte, è del tutto normale e coerente che non creda nel diavolo, chi non crede in Dio. Sarebbe addirittura tragico se qualcuno che non crede in Dio credesse nel diavolo!

La cosa più importante che la fede cristiana ha da dirci non è però che il demonio esiste, ma che Cristo ha vinto il demonio.

Cristo e il demonio non sono per i cristiani due principi uguali e contrari, come in certe religioni dualistiche, che ogni tanto tornano di moda.

Gesù è l'unico Signore; Satana non è che una creatura "andata a male". Se gli è concesso potere sugli uomini, è perché gli uomini abbiano la possibilità di fare liberamente una scelta di campo e anche perché "non montino in superbia" (cf. 2 Cor 12,7), credendosi autosufficienti e senza bisogno di alcun redentore.

"Il vecchio Satana è matto -dice un canto spiritual negro. Ha sparato un colpo per distruggere la mia anima, ma ha sbagliato mira e ha distrutto invece il mio peccato".

Con Cristo non abbiamo nulla da temere. Niente e nessuno può farci del male, se noi stessi non lo vogliamo. Satana, diceva un antico padre della Chiesa, dopo la venuta di Cristo, è come un cane legato sull'aia: può latrare e avventarsi quanto vuole; ma, se non siamo noi ad andargli vicino, non può mordere.

Gesù nel deserto si è liberato da Satana per liberarci da satana! È la gioiosa notizia con cui iniziamo il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua.

Rito romano

I Domenica di Quaresima (Anno C)

Prima Lettura
Dt 26,4-10

Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo, e disse: “Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all'altare del Signore tuo Dio e tu pronunzierai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio”.

Salmo responsoriale (Sal 90)

Resta con noi, Signore, nell'ora della prova.

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
di' al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido”.

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti i tuoi passi.

Sulle loro mani ti porteranno
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò nella sventura,
lo salverò e lo renderò glorioso.

Seconda Lettura
Rm 10,8-13

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, che dice la Scrittura? “Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore”: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: “Chiunque crede in lui non sarà deluso”. Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano. Infatti: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”.

Acclamazione al Vangelo
(Mt 4,4)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo: Lc 4,1-13
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: ''Non di solo pane vivrà l'uomo''”.
Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la dò a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: ''Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai''”.
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: ''Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano''; e anche: ''Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra''”. Gesù gli rispose: “È stato detto: ''Non tenterai il Signore Dio tuo''”.
Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

Commento di p. Raniero Cantalamessa

Il vangelo di Luca che leggiamo durante questo anno fu scritto, come dice egli stesso nell'introduzione, perché il lettore credente si potesse "rendere conto della solidità degli insegnamenti che aveva ricevuto". Questo intento è di straordinaria attualità. Di fronte agli attacchi da ogni parte alla storicità dei vangeli e alle manipolazioni senza limiti della figura di Cristo, è più che mai importante che il cristiano e ogni lettore onesto del vangelo si renda oggi conto della solidità degli insegnamenti e delle notizie in esso riferiti.

A questo scopo ho pensato di far servire i commenti ai vangeli dalla prima domenica di Quaresima alla domenica in Albis. Partendo ogni volta dal vangelo della domenica, allargheremo lo sguardo a tutto un settore o un aspetto della persona e dell'insegnamento di Cristo ad esso collegato, per scoprire chi era veramente Gesù, se un semplice profeta e grande uomo, o qualcosa di più e di diverso. Vorremmo, in altre parole, fare anche un po' di cultura religiosa. Fenomeni come quello del Codice da Vinci di Dan Brown, con le imitazioni e le discussioni che ha suscitato, hanno mostrato l'allarmante ignoranza religiosa che regna tra la gente e che diventa il terreno ideale per ogni spregiudicata operazione commerciale.

Il vangelo di domani, I domenica di Quaresima, è quello delle tentazioni di Gesù nel deserto. Secondo il piano annunziato, io vorrei partire da esso per allargare il discorso al problema più generale dell'atteggiamento di Gesù verso le potenze demoniache e i posseduti dal demonio.

È un fatto innegabile e tra i più sicuri storicamente che Gesù abbia liberato molte persone dal potere distruttore di Satana. Non abbiamo tempo di ricordare tutti gli episodi. Ci limitiamo a mettere in luce due cose: primo la spiegazione che Gesù dava del suo potere sul demonio; secondo, cosa questo potere ci dice di lui e della sua persona.

Di fronte alla liberazione clamorosa che Gesù aveva operato di un indemoniato, i suoi nemici, non potendo negare il fatto, dicono: "Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebul, il principe dei demoni" (Lc 11, 15). Gesù dimostra come questa spiegazione sia assurda (Se Satana è diviso in se stesso, sarebbe finito da tempo il suo dominio, invece esso prospera). La spiegazione è un'altra: egli scaccia i demoni con il dito di Dio, cioè con lo Spirito Santo, e questo dimostra che è giunto in terra il regno di Dio.

Satana era "l'uomo forte" che teneva sotto il suo potere l'umanità, ma adesso è venuto uno "più forte di lui" e lo sta spogliando del suo potere. Questo ci dice una cosa formidabile sulla persona di Cristo. Con la sua venuta è cominciata per l'umanità una nuova era, un cambiamento di regime. Una cosa del genere non può essere opera di un semplice uomo, e neppure di un grande profeta.

È importante notare il nome o il potere in base al quale Gesù scaccia i demoni. La formula abituale con cui l'esorcista si rivolge al demonio è: "Ti scongiuro per...", o "in nome di...ti ordino di uscire da questa persona". Ci si appella cioè a un'autorità superiore che è in genere quella di Dio, e per i cristiani quella di Gesù. Non così Gesù: egli rivolge al demonio un secco "Ti ordino". Io ti ordino! Gesù non ha bisogno di appellarsi a un'autorità superiore; è lui l'autorità superiore.

La sconfitta del potere del male e del demonio era parte integrante della salvezza definitiva (escatologica) annunciata dai profeti. Gesù invita i suoi avversari a tirare la conseguenza di quello che vedono con i loro occhi: dunque non c'è più da attendere, da guardare avanti; il regno e la salvezza è in mezzo a loro.

Il detto tanto discusso sulla bestemmia contro lo Spirito Santo si spiega a partire da questo. Attribuire allo spirito del male, a Beelzebul, o a magia quello che era tanto manifestamente opera dello Spirito di Dio significava chiudere ostinatamente gli occhi davanti alla verità, mettersi contro Dio stesso, e quindi privarsi da soli della possibilità di perdono.

Il taglio storico e formativo che intendo dare a questi commenti di Quaresima non ci deve impedire di raccogliere ogni volta anche uno spunto pratico dal vangelo del giorno. Il male è forte anche oggi intorno a noi. Assistiamo a forme di malvagità che vanno spesso al di là della nostra capacità di comprendere; rimaniamo sgomenti e senza parole di fronte a certi episodi di cronaca. Il messaggio consolante che scaturisce dalle riflessioni fin qui fatte è che c'è in mezzo a noi uno che è "più forte" del male. La fede non ci mette al riparo dal male e dalla sofferenza, ma ci assicura che con Cristo possiamo volgere al bene anche il male, farlo servire alla redenzione nostra e del mondo.

Alcune persone sperimentano nella propria vita o nella propria casa una presenza di male che sembra loro di origine direttamente diabolica. A volte lo è certamente (sappiamo la diffusione che hanno sette e riti satanici nella nostra società, specie tra i giovani), ma è difficile capire nei singoli casi se si tratta veramente di Satana o di disturbi di origine patologica. Per fortuna non è necessario arrivare alla certezza sulle cause. La cosa da fare è attaccarsi a Cristo con la fede, l'invocazione del suo nome, la pratica dei sacramenti.

Il vangelo ci suggerisce un mezzo in vista di questa lotta, importante da coltivare soprattutto nel tempo di Quaresima. Gesù non andò nel deserto per essere tentato; la sua intenzione era di ritirarsi nel deserto a pregare e ascoltare la voce del Padre.

Nella storia vi sono state schiere di uomini e donne che hanno scelto di imitare questo Gesù che si ritira nel deserto. Ma l'invito a seguire Gesù nel deserto non è rivolto solo ai monaci e agli eremiti. In forma diversa, esso è rivolto a tutti. I monaci e gli eremiti hanno scelto uno spazio di deserto, noi dobbiamo scegliere almeno un tempo di deserto. Trascorrere un tempo di deserto significa fare un po' di vuoto e di silenzio intorno a noi, ritrovare la via del nostro cuore, sottrarci al chiasso e alle sollecitazioni esterne, per entrare in contatto con le sorgenti più profonde del nostro essere e del nostro credere.

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