mercoledì 16 marzo 2011

20 Marzo 2011 DOMENICA DELLA SAMARITANA

DOMENICA DELLA SAMARITANA - II DI QUARESIMA - 20 Marzo 2011

LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 20, 2-24

In quei giorni. / Il Signore parlò a Mosè e disse: / «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: / Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. / Non ucciderai. / Non commetterai adulterio. / Non ruberai. / Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e noi ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!». Mosè disse al popolo: «Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore sia sempre su di voi e non pecchiate». Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura dove era Dio. Il Signore disse a Mosè: «Così dirai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo! Non farete dèi d’argento e dèi d’oro accanto a me: non ne farete per voi! Farai per me un altare di terra e sopra di esso offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò far ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò”».

SALMO
Sal 18 (19)

®Signore, tu solo hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. ®

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. ®

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 15-23

Fratelli, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, / quando lo risuscitò dai morti / e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, / al di sopra di ogni Principato e Potenza, / al di sopra di ogni Forza e Dominazione / e di ogni nome che viene nominato / non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. / Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi / e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: / essa è il corpo di lui, / la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 4, 5-42

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».



Commento

Il dialogo permette a Gesù di svelare a poco a poco alla donna quali sono le vere attese del suo cuore; le permette di dare un nome alla sete che la porta ogni giorno al pozzo. Le domande che ciascuno di noi porta dentro di sé sono spesso scomode, impossibili. Le domande impegnative della vita restano sepolte sotto la fatica del lavoro di ogni giorno, sotto gli impegni, gli incontri, le responsabilità...; e può anche darsi che da lì non riemergano più; la scarsa fiducia di poter trovare ad esse una risposta fa sì che spesso preferiamo dimenticarle. Gesù invece riporta alla coscienza della Samaritana la "sete" che continua a tormentarla: è la sete di un senso, di un amore, di una prospettiva di vita... che duri per sempre, che vada oltre l'orizzonte angusto di questo mondo.


2. Questo brano è il semplice racconto di un incontro: Gesù e la donna di Samaria si trovano l'uno di fronte all'altra, si parlano, si comprendono, si fraintendono... Ciascuno di loro entra un po' nel mistero dell'altro...
La nostra vita di ogni giorno è fatta di incontri. Sono così numerosi che le persone quasi ci sfiorano e subito dopo non ce ne ricordiamo più. Sono incontri naturali, come quelli che abbiamo di continuo con i nostri familiari; sono incontri banali e frettolosi, fatti di chiacchiere; sono incontri seri, che ci impegnano, ci stimolano o ci preoccupano; sono incontri che ci fanno crescere e che creano legami; sono incontri che segnano in qualche modo la nostra vita.
L'incontro con l'altro ci fa uscire da un isolamento che renderebbe sterile e vuoto il nostro spirito. L'incontro con l'altro ci aiuta a capire chi siamo, a farci delle domande, a trovare il nostro posto nel mondo. Anche la fede è incontro con una persona: con il Signore Gesù. A volte siamo tentati di pensare alla fede come, ad una serie di gesti da compiere, di impegni da seguire, di obblighi da assolvere. Tutto questo può essere motivo di fatica, e farci percepire la fede come esterna alla nostra vita. La fede può così diventare un peso, che si aggiunge ai pesi della vita, anziché essere il cuore pulsante che tutto sostiene e tutto rende leggero.
L'incontro di Gesù con la Samaritana ci dice che conoscere il Signore può sconvolgere un'esistenza: Gesù attende la donna al pozzo, si lascia incontrare mentre è impegnata in una delle sue quotidiane occupazioni. Mai la Samaritana avrebbe immaginato di incontrare il Messia in un giorno qualunque. C'è una regia nell'esperienza della fede che non è nelle mani dell'uomo, ma solo in quelle di Dio. Se la fede dipendesse da noi - dai nostri gesti, dai nostri impegni, dalle nostre decisioni... - avrebbe la nostra ben modesta misura. La fede, invece, assume le proporzioni sorprendenti dell'agire di Dio.

3. Quello con Gesù è un incontro che avviene dentro la vita: la donna di Samaria ha incontrato il Signore durante una delle sue occupazioni quotidiane, nella semplicità della vita di ogni giorno; la sua esistenza è stata raggiunta da Dio dentro un'esperienza familiare come quella di un incontro: un uomo stanco, che le chiede da bere. Poche parole semplici per avviare un dialogo, che a poco a poco si apre alle dimensioni dell'infinito di Dio. Non è stato un incontro facile: non è facile riconoscere Dio in un uomo stanco che chiede aiuto; solo la sua disponibilità ad entrare nel dialogo con Lui, ad assecondare le sue domande e le sue provocazioni... ha fatto sì che le fosse possibile andare oltre quell’immagine di fragilità per scoprire in quel viandante il Messia.
È impossibile riconoscere il Dio del Vangelo se ci si aspetta di vederlo in segni potenti e gloriosi. Il Dio fatto uomo si manifesta a noi nelle pieghe della nostra esistenza: nel viaggio, nella sete, nella strada, nella fatica, nella fragilità, nel bisogno... E tutto questo non fa che dare un valore più grande alla nostra umanità, che il Signore Gesù ha voluto totalmente condividere anche nelle sue dimensioni più deboli.
“Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me”; le parole di Gesù sono sconcertanti, il suo è un invito stupendo, se qualcuno ha sete… sete di amore, sete di gioia, sete di felicità, sete di immortalità, sete di vita, “venga a me”. Il filosofo Platone affermava che l’animo umano è come un’anfora screpolata che non si può mai riempire, solo Dio può colmare totalmente il grande bisogno di felicità che c’è nel cuore di ogni uomo! Che cos’è che disseta? È l’acqua viva! “Chiunque beve di quest’acqua avrà ancora tanta sete, ma chi berrà l’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno”. Cos’è quest’acqua? È lo Spirito Santo, è la sua parola, l’unica che da senso alla vita! Perché dice Gesù: “ le mie parole sono Spirito e vita”, cioè portano il soffio dello Spirito Santo e danno la vita. La Parola di Dio è efficace e tagliente come una spada a doppio taglio e darà sicuramente il suo frutto.
“Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. La Samaritana incontra Gesù, e questo incontro sarà sconvolgente per la sua vita. Anche noi proviamo a dire a Gesù: “Signore dammi di quest’acqua, così che io non abbia più sete….” Egli conosce il nostro cuore e la nostra sete. Egli trasformerà la nostra vita in sorgente d’acqua viva.

4. Dopo l'incontro con il Signore la vita non è più la stessa per la donna di Samaria. Non può fare a meno di parlare di questo incontro, di raccontare ciò che Gesù le ha detto...; da discepola è diventa immediatamente apostola, missionaria di quell'esperienza straordinaria che ha appena vissuto.
La sua esperienza sembra dirci che non è difficile essere missionari, quando abbiamo vissuto un incontro vero con il Signore e gli abbiamo consentito di toccarci il cuore.
Anche per noi c'è un pozzo presso il quale il Signore ci attende. Ciascuno di noi può ricordare quante volte questo incontro è già avvenuto, quali domande ha svelato, quali orizzonti ha fatto intravedere. Ciascuno di noi sa che questo incontro potrà ripetersi: non si sa quando, non si sa come. Sappiamo che quando avverrà questo incontro ci porrà in dialogo con un uomo stanco che condivide la nostra stessa sete di bene, di verità e di bellezza. Egli ci darà un'acqua viva che disseta per sempre.

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