venerdì 11 marzo 2011

Domenica 13 marzo 2011 I di quaresima

Approfondimento (questa volta lo metto all’inizio):
Tra i tanti impegni che possiamo prendere per la quaresima, mi pare che uno li sovrasti tutti per importanza: quello di lasciarci plasmare dalla parola di Dio, esattamente come fa Gesù nell’episodio odierno delle tentazioni.
Lo faccio con due brevi citazioni tratte dal Quinto Evangelio di Mario Pomilio edizione Oscar Mondadori:

A pagina 274 leggiamo a proposito del cammino spirituale
di monsieur Du Breuil

E tuttavia, come un albero messo infine a dimora, la sua
lunga carità cominciava a fruttificare e il suo spirito, meno
teso e, aggiungiamolo, meno ozioso, si disabituava ad esse-
re d'impaccio ai movimenti della grazia. Erano effetti, si capisce,
della direzione di padre Saci, che senza modificargliene in alcun modo
la nozione si sforzava di distoglierlo dal partito preso della perfezione e
del suo animo faceva un luogo abitato dalla speranza. Ma più
ancora, erano gli effetti della consuetudine coi Vangeli. Quel
libro, letto sì, ma letto in fretta e male, adesso che, per un assiduo
dovere quotidiano, era tenuto non solo a leggerlo, ma a
intenderlo e interpretarlo, modificava nell'intimo ogni sua di-
sposizione, sciogliendo ciò che c'era di dibattuto nel suo animo
e introducendovi una nuova densità d'esistenza. Era in fondo
come un presagio, se non un preludio della gioia: lo stato
di chi medita per la prima volta sulla Parola e per essa si scuote a
più ariose latitudini. Per essa all'idea d un Dio lontano e
inavvicinabile, ch'era stata l'ossessione del suo lungo
noviziato, subentrava l'immagine d'un Cristo amorevole
e vicino che gli attenuava il tremore della grazia e da una troppo
continua ed esigente applicazione sul tema della nostra infinita
debolezza lo richiamava alla confidenza, alla serenità, alla fidu-
cia e perfino a quella prima innocenza della fede che, seppure
offuscata, non va mai perduta intera.

A pagina 294 leggiamo a proposito di un ragazzo che scopre per la
prima volta il Vangelo e da qui inizierà il cammino per diventare prete:

C'erano però anche alcuni fogli a penna,
tra questi un volume in bei caratteri manoscritti, cucito già
lungo il dorso ma ancora privo di copèrta, sicché ne restava
in vista il frontispizio, sul quale io lessi questo titolo: «II
Vangelo secondo di San Giovanni, ovverosia il quinto evan-
gelo, nuovamente volgarizzato da Mons. Raffaele de Lellis,
canonico della chiesa cattedrale di Lanciano». E sebbene
quel momento io al titolo non badassi né fossi in grado di
stupirmene, ignaro com'era d'evangeli, ricordo che incominciai
subito a esaminarlo curiosamente e per la novità di leggere
cosa del mio prozio e perché mai più fino allora io ave-
vo veduto altro che libri a stampa. Più tardi mi fu detto
come poi si vedrà, che quello era eretico e condannevole li-
bro. E non avendolo più veduto dopo i miei diciotto anni
io non oso giudicarne. Ma nel fatto d'essermi imbattuto il
esso mi par di scorgere tuttora un tratto di provvidenza: per
che io che non avea udito parlare di Vangeli altro che il
chiesa, e per favole fanciullesche più- che per verità, mi ba-
stò incominciare a leggerlo per sperimentarne su di me i
maravigliosi effetti, e una ardente volontà di far bene, e un
divoto desiderio di meditare intorno alla vita del nostro
Salvatore e ai suoi santissimi doni, e una grande vaghezza di
imitarlo. In breve quella lettura fu senza dubbio alcuno il
cominciamento della mia vocazione: ed è per questo che di
quando sono in età di ragione non faccio che predicare un
diverso uso dei Vangeli ne' nostri seminari, perché su di essi
principalmente i nostri sacerdoti vengano formati, e le altre
discipline e la stessa teologia vi sieno di contorno, come quelle
che possono più isterilire la mente che non formare l'animo
all'evangelica carità.




LETTURA
Lettura del profeta Isaia 58, 4b-12b

Così dice il Signore: / «Non digiunate più come fate oggi, / così da fare udire in alto il vostro chiasso. / È forse come questo il digiuno che bramo, / il giorno in cui l’uomo si mortifica? / Piegare come un giunco il proprio capo, / usare sacco e cenere per letto, / forse questo vorresti chiamare digiuno / e giorno gradito al Signore? / Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: / sciogliere le catene inique, / togliere i legami del giogo, / rimandare liberi gli oppressi / e spezzare ogni giogo? / Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, / nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, / nel vestire uno che vedi nudo, / senza trascurare i tuoi parenti? / Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, / la tua ferita si rimarginerà presto. / Davanti a te camminerà la tua giustizia, / la gloria del Signore ti seguirà. / Allora invocherai e il Signore ti risponderà, / implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. / Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, / il puntare il dito e il parlare empio, / se aprirai il tuo cuore all’affamato, / se sazierai l’afflitto di cuore, / allora brillerà fra le tenebre la tua luce, / la tua tenebra sarà come il meriggio. / Ti guiderà sempre il Signore, / ti sazierà in terreni aridi, / rinvigorirà le tue ossa; / sarai come un giardino irrigato / e come una sorgente / le cui acque non inaridiscono. / La tua gente riedificherà le rovine antiche, / ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni».

SALMO
Sal 102 (103)

®Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. ®

Quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. ®

Egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. ®

EPISTOLA
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 5, 18 - 6, 2

Fratelli, tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: / «Al momento favorevole ti ho esaudito / e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». / Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 4, 1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: / “Non di solo pane vivrà l’uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: / “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo / ed essi ti porteranno sulle loro mani / perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: / “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: / “Il Signore, Dio tuo, adorerai: / a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.


S. Matteo racconta le tentazioni di Gesù, presentandole come terzo quadro dopo la
predicazione di Giovanni Battista e il battesimo di Gesù.
Gesù è solidale con l'umanità peccatrice che ha accettato di seguire la nuova parola di
Giovanni. Questo popolo vuole purificarsi dal male e Gesù, scegliendo la strada del Servo
sofferente (vedi Isaia 53), si offre per le moltitudini.
Il Padre aveva approvato questa scelta d'amore di Gesù e nel Battesimo lo aveva consacrato
nella luce dello Spirito e nella chiarezza della Parola.
Satana si oppone alla scelta di salvezza che Dio porta e vuole distogliere Gesù dalla via che
il Padre gli ha assegnato ("un messianismo sofferente"), suggerendo la via della passionalità,
del successo, del potere.
Gesù resta turbato poiché come uomo non può restare indifferente davanti alla prospettiva
di rifiuto, di abbandono, di annientamento e di morte che si profila, ma sa opporsi,
appoggiandosi alla Parola di Dio (ripetuta tre volte) e si rifugia nella fiducia verso il Padre,
pienamente aperto all'amore di Dio. Gesù, infatti, non risponde con argomentazioni o
ragionamenti ma con “Sta scritto”. Il ricorso alla Scrittura in genere è argomento decisivo
per ogni discussione tra i rabbini.
* “Non di solo pane” (vedi Deut 8,3): alla tentazione della fame, comprensibile nel
deserto, Gesù offre la ferma fiducia che hanno i figli di Dio nell'onnipotenza provvidente
della Parola di Dio.
* “Non tenterai” (Deut 6,16): dalla mancanza di fiducia nella Provvidenza il tentatore
passa al lato opposto, suggerendo una eccessiva fiducia, tale da mettere alla prova Dio,
(severamente condannata nella Bibbia).
* “Adorerai” (Deut 6,13): Gesù risponde al tentatore che vuole indurlo ad un messianismo
terreno, richiamando il grande principio della fede ebraica che riconosce solo a Dio il
culto, come unico sovrano del mondo e unico Signore.
In conclusione “gli angeli lo servirono”, Gli angeli sono simbolo della riconquista del
Paradiso terrestre da cui l'uomo era stato cacciato, sono il premio per la fedeltà alla Parola
del Signore..
Gesù è veramente tentato in tutta la sua vita ed ha superato la suggestione, diventando
finalmente il nuovo Adamo, fedele progenitore di un’umanità nuova, contrapposta al
primo Adamo che si è lasciato affascinare e travolgere.
Le tre tentazioni sono nella linea delle tentazioni del popolo, nel deserto del Sinai e, con la
risposta di Gesù tratta dal Deuteronomio, rievocano le tre prove tipiche di Israele nel
deserto: "La fame, la sete, l'idolatria".
Il deserto è il luogo di preghiera, della solitudine che fa diventare essenziale e scarno il
rapporto con Dio. Ma è anche la dimora preferita dei demoni.
I 40 giorni di digiuno si rifanno al soggiorno di Mosé sul Sinai prima di ricevere le tavole
dell'Alleanza (Es 24,16 ss).
Così Gesù è il nuovo Mosé e il nuovo Adamo.

Rito romano

Vangelo: il testo coincide con quello ambrosiano.

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