martedì 30 ottobre 2012

4 novembre 2012 "Nessun uomo è così cattivo da non poter essere salvato da Dio"





In questa settimana c’è la bella festa di Tutti i santi e la celebrazione della vita eterna nella ricorrenza dei Defunti.


Lettura
Is 56,3-7
In quei giorni. Isaia disse:
Non dica lo straniero che ha aderito al Signore:
«Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!».
Non dica l’eunuco:
«Ecco, io sono un albero secco!».
Poiché così dice il Signore:
«Agli eunuchi che osservano i miei sabati,
preferiscono quello che a me piace
e restano fermi nella mia alleanza,
io concederò nella mia casa
e dentro le mie mura un monumento e un nome
più prezioso che figli e figlie;
darò loro un nome eterno
che non sarà mai cancellato.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
Parola di Dio.
Salmo (Sal 23(24))
Il Signore si rivela a chi lo teme.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno. R.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.
Epistola
Ef 2,11-22
Fratelli, ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; In lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
(Cfr Lc14,15b)
Alleluia.
Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio.
Alleluia.
Vangelo: Lc 14,1a.15-24
In quel tempo. Il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei.
Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore.
Ad ogni messa il prete annuncia: "Beati gli invitati alla cena del Signore", e subito la Chiesa ci fa rispondere: "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa". Chi se ne sente degno? La comunione non è il premio a chi è santo, ma la medicina per noi che siamo deboli. E' l'atteggiamento di fondo suggerito oggi dalla Parola: il dono di Dio precede il merito, e quindi ogni uomo è chiamato al suo banchetto, alla salvezza. "Nessun uomo è così cattivo da non poter essere salvato da Dio" (Gandhi).
L'invito è per tutti - anche per quelli che sembrano più lontani -, purché naturalmente si risponda di sì e non si snobbi l'invito di Dio.

1) L'INVITO

"Voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo" (Epist.). Voi, cioè noi "pagani nella carne, senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo", per l'opera di Cristo siamo diventati "non più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio,.. abbattendo il muro di separazione per riconciliare tutti e due in un solo corpo. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri (ebrei e pagani) al Padre in un solo Spirito". La radice e la causa della nostra salvezza sta nel gratuito gesto di Cristo che ha allargato a tutti gli uomini l'appartenenza al popolo di Dio, per "diventare insieme abitazione di Dio per mezzo dello Spirito". "Egli infatti è la nostra pace, colui che dei due ha fatto una cosa sola". Il Cristianesimo realizza il sogno universalistico di Dio "che vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità" (1Tm 2,4).

L'accento oggi è posto - in polemica coi farisei - sul fatto che vengono chiamati di preferenza quelli che sembrano i meno preparati, i lontani, "poveri, storpi, ciechi, zoppi", quelli raccolti "per le strade e lungo le siepi", quasi "costretti ad entrare perché la mia casa si riempia". Quante volte Gesù stesso sottolineò provocatoriamente questa preferenza, chiamando la Maddalena, la Samaritana, Zaccheo, .., "perché io non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori" (Mt 9,13). "Gli stranieri li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera, perché la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli" (Lett.). Diceva Mazzolari: "Davvero la grazia, per strade che solo l'amore conosce, arriva dove neanche arriva il nostro sogno", cioè ben oltre ogni nostro perbenismo presuntuoso che si crede "del giro" e quindi titolare di meriti e riconoscimenti.

Il nostro sia l'atteggiamento umile di chi si sa assolutamente indegno del dono di Dio e ne glorifica la gratuità e la misericordia. E' la nostra fortuna e la nostra serenità sapere - come diceva sant'Ambrogio - che se Cristo ha accettato il buon Ladrone, non abbandonerà neppure noi. "Io non sono degno.., ma dì soltanto una parola e io sarò salvato". Una umiltà che si trasforma in stupore e ringraziamento per essere stati anche noi "edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù" (Epist.). Venire a messa la domenica - ritornare nella famiglia di Dio che è la Chiesa - deve essere un bisogno, una gioia e un.. orgoglio per la fortuna che ci è capitata di fare della nostra esistenza "una costruzione ben ordinata per essere tempio santo del Signore", cioè autentici membri della casa di Dio.

2) LA RISPOSTA

All'invito generoso di Dio bisogna che ognuno dica liberamente il proprio sì. Anzitutto trovando concretamente spazio da riservargli. "Ho comprato un campo.., ho comprato cinque paia di buoi.., mi sono appena sposato e perciò non posso venire". Si potrebbe aggiungere: devo andare a sciare, oggi sto tutto il giorno al supermercato, ho le gare di sport..: a messa non posso venire! Per non parlare di altre scuse e pigrizie. Dio viene lasciato per ultimo, d'estate poi non c'è mai la chiesa vicina, e.. "come si fa a lasciare il villaggio"! Ma se manca anche quella poca ora la settimana per incontrarsi con Dio, .. è facile che presto Dio tramonti dal nostro orizzonte, e le cose che ci interessano saranno consumismo e il culto moderno della partita o dello sport!

"Nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena". La gravità del rifiuto sembra essere non l'ostilità, ma l'indifferenza, la poca serietà data al problema della propria salvezza o, più profondamente, quella religiosità superficiale che ha accompagnato magari già dall'infanzia una vita cristiana mal conosciuta (mai personalmente assimilata) e vissuta come pratica esteriore e tradizione. In sostanza, frutto di un cristianesimo "sociologico". Necessariamente a questo abbandono di Dio subentra l'adorazione degli idoli, perché chi non crede a Dio non è che non creda a niente, ma crede a tutto..: diventa schiavo delle mode, delle pressioni mediatiche, della secolarizzazione che rende l'uomo illuso della propria sufficienza e ridotto alla più banale alienazione. Ma san Pietro avverte molto fortemente quelli che, conosciuta la fede, poi vi rinunciano: "Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso" (2Pt 2,21).

In fondo il rifiuto e l'indifferenza nascono dal fatto di pensare che a Dio andiamo noi, quando e come ci scappa, con un soggettivismo che non tiene conto che è Dio per primo a venire verso di noi e a offrirci il banchetto della sua stessa mensa di Casa Trinità, della quale la messa è anticipo e caparra. Lui ha fissato gli strumenti per arrivare a toccarci; ha fissato cioè il modo oggettivo di santificarci e rendergli culto: sono la Parola di Dio, i Sacramenti e il vivere fraternamente nella Chiesa. Questo è l'unico modo di essere cristiani. L'altro, quello soggettivistico, è illusione pagana. Si tratta allora di conoscere meglio i fatti che riguardano la nostra salvezza. Quindi obbedire a quel che Dio ha fissato. E magari l'umile preghiera: "Credo, Signore, aiuta la mia incredulità" (Mc 9,24).

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"Costringili ad entrare". E' l'amore di Dio che vuole a tutti i costi i nostri cuori per lui. Dio allunga la mano: sta a noi lasciarci attrarre. Come è in questa preghiera medievale: "Poiché senza di te nessuno arriva a te, dammi la mano; se non tendo la mia verso la tua, afferrami i capelli, tirami verso te quasi per forza. Voglio venire incontro a te, e non so perché non faccio quello che vorrei" (Ausiàs March).

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